Multitasking: la bugia del secolo!
In un mondo che corre alla velocità della luce e in cui essere produttivi è diventato non più una qualità, ma un obbligo, svolgere più mansioni in contemporanea è la normalità.
Siamo tutti multitasking: lo sei stat* stamattina, quando guidando per andare al lavoro, ascoltavi l’ordine del giorno della riunione e dettavi al telefono la lista della spesa.
O ieri, quando contemporaneamente preparavi le slide per il nuovo progetto e controllavi che non si bruciasse il ragù sul fuoco (che poi rischi di bruciare le slide e inviare il ragù per mail)
Ma svolgere allo stesso tempo tutte queste attività, ci aiuta davvero ad essere più produttivi e ritagliarci del tempo libero? E quanto il multitasking influisce sulla qualità della nostra vita?
Oggi voglio fare con voi un gioco per aumentare la consapevolezza riguardo al focus e lasciarvi alcuni consigli su come perdere quest’abitudine.
La storia del multitasking
Che ci crediate o no, gli uomini delle caverne una cosa facevano: cacciavano.
Quando smettevano di cacciare, raccoglievano frutta.
Quando hanno smesso di raccogliere frutta, hanno iniziato a costruire utensili.
Il multitasking nasce assieme agli strumenti tecnologici, strumenti ideati appositamente per processare più dati contemporaneamente.
Gradualmente però, abbiamo iniziato a chiederci se questa skills non potesse essere appresa anche da noi umani, replicandola, imparandola e allenandola.
Ecco quindi che, a poco a poco, il multitasking è stato introdotto dalle aziende nei processi lavorativi, per poi passare alle nostre azioni quotidiane, fino a divenire un’abitudine.
Ma..il multitasking esiste davvero?
E proprio in questa premessa che si trova l’inghippo: non è un processo di natura umana.
I motori di ricerca e gli apparecchi informatici sono stati programmati per processare centinaia di dati in contemporanea, tutto nella frazione di un secondo.
Il cervello umano, semplicemente, non è fatto per questo.
La nostra mente processa un’idea alla volta, può concentrarsi su una singola cosa, dedicando ad essa tutte le sue energie.
Il superpotere del nostro cervello non è di fare due cose in contemporanea, ma di poter passare da una all’altra attività in maniera estremamente veloce.
Questi passaggi, però, comportano una dispersione di energie e risorse per il cervello, che si stanca sempre più man mano che il focus si sposta da un argomento all’altro.
Per non parlare della concentrazione persa nei vari passaggi!
Sì, possiamo quindi affermare che il multitasking, in realtà, non esiste.
Ci illudiamo di star compiendo due azioni contemporaneamente, ma il nostro cervello sta solo passando da uno all’altro tema abbastanza velocemente da non farci percepire la differenza.
“Perché svolgere tante attività in contemporanea non serve proprio a niente, rallenta il lavoro e ci fa dimenticare quanto valiamo, davvero.”
Ok, il multitasking non esiste, ma funziona?
Facciamo un gioco!
A questo punto starai pensando:
“Va bene, è solo uno specchietto per le allodole, ma ciò non toglie che fare due cose insieme dimezza il tempo che ci impiego a farle!”
Voglio farti fare un gioco ideato da Mario Pepe, un esempio pratico e veloce per capire se il multitasking davvero ti rende più rapid* nello svolgere un’attività.
- Prendi una penna e un foglio di carta con due righe
- Scrivi nella prima riga il tuo nome e cognome, mentre nella riga sottostante la tua data di nascita
Fatto? Bene, ora ripetiamo la stessa operazione sfruttando il multitasking.
- Ora scriverai le stesse parole che hai appuntato prima (nome sopra e data sotto) alternando la scrittura di una lettera del nome con un numero della data.
Se per esempio sono Marta e sono nata il 15011988, scriverò M (nome) -1 (data)-A (nome)-5 (data) etc.… alternando fra la riga superiore e quella inferiore.
Come è andata? Avrai notato che scrivere contemporaneamente le due cose ti ha rallentato, ti è costato più fatica, concentrazione ed energie e, probabilmente, avrai avuto più possibilità di sbagliare.
Allora quindi, il multitasking è davvero utile?
Multitasking: una pratica dannosa
La pressione che esercitiamo sul nostro cervello quando lo obblighiamo ad uno switch così veloce, ci impedisce di concentrarci a pieno.
La mente non regge la concentrazione, disperde un’enorme quantità di energie e impiega sempre più tempo a riprendere il focus dell’argomento.
Questo, oltre a farci arrivare a fine giornata col cervello che frigge più di mia nonna a Natale, può provocare nel lungo termine altissimi livelli di stress.
La sensazione di sovraccarico di lavoro e urgenza perenne ci fa sprofondare nell’ansia e nello sconforto.
Inoltre, vi accorgerete di vivere in un continuo stato d’allerta dovuto al principio psicologico dell’ effetto Zeigarnik.
Tirando le somme, ne vale la pena?
Esercizio contro il multitasking
Ora che abbiamo capito che il multitasking è in realtà una pratica dannosa, è giunto il momento di sconfiggerlo!
Ho spiegato come in questo post Instagram che ho pubblicato qualche tempo fa.
È un esercizio pratico, veloce e che occuperà poco tempo nella tua routine… ma ti sorprenderai per i risultati che otterrai!
Fammi sapere se ti è stato utile e pubblica i tuoi risultati su IG!